L’ultimo progetto editoriale de Il Post, giornale online italiano diretto da Luca Sofri e realizzato in collaborazione con la casa editrice Iperborea e lo studio grafico Tomo Tomo, si chiama Cose spiegate bene, e il primo numero è dedicato ai libri.
In libreria, si fa subito notare per via dei colori sgargianti della copertina, poi appena lo si prende in mano e scorre un attimo, non si può fare a meno di notare quanto le illustrazioni di Giacomo Gambineri e l’impaginazione grafica rendano davvero piacevole sfogliarne le pagine. Si parla di moltissime cose, da che cos’è la carta alla storia delle case editrici italiane, passando per i mestieri legati all’editoria, l’invenzione dei libri piccoli, i titoli scartati, le font e altro ancora.
Il testo è fluido e scorrevole, chiaro e coinvolgente. Da veneziana, mi è piaciuto leggere di Aldo Manuzio, ritenuto insieme a Pietro Bembo, ideatore e promotore di una cultura comune europea basata sulla circolazione di libri ed idee. Fu Manuzio infatti che a fine Quattrocento ebbe l’intuizione di inventare i cosiddetti tascabili, all’epoca così di moda che molti nobili si facevano ritrarre con un piccolo libro tra le mani. Ricordo che nel 2016, le Gallerie dell’Accademia dedicarono una mostra al nostro editore, intitolata ‘Aldo Manuzio. Il Rinascimento in mostra a Venezia’ ed ebbi l’occasione di vedere alcuni di questi ritratti, di cui ricordo in particolare quello di Jacopo Sannazaro di Tiziano (Londra, Royal Collection Trust). A Manuzio dedicò un font Hermann Zapf, l’Aldus, disegnato nella sua forma tonda e corsiva nel 1953, ed è sempre a lui che si ispira il nome della Aldus Corporation, azienda di software statunitense che nel 1985 realizzò Pagemaker per la Apple Macintosh, ossia il programma rivoluzionario che pose le basi per il desktop publishing e che permise per la prima volta di vedere sullo schermo ciò che sarebbe andato in stampa semplicemente premendo il tasto invio.
Il primo numero di Cose, mi ha dato modo di considerare l’oggetto libro in modo diverso. Mi ha affascinata la storia della carta e della Fedrigoni, non sapevo che la Fabriano fosse stata fondata un anno prima della nascita di Dante Alighieri, ho scoperto che i colori pastello della Piccola Biblioteca Adelphi sono una citazione delle prime brossure di carta leggera azzurrina che avvolgeva i volumi per proteggerli quando ancora non esistevano le copertine, che certi libri diventano gialli più velocemente perché la carta contiene più lignina e che la storia della Minimum Fax è bellissima. Amo l’ haiku di Vito Riviello ‘Spero/ che almeno via fax/ ritorni Carlo Marx’ e ho letto che quella di rubare libri sembra essere una pratica riservata a veri intenditori e che un tal William Jacques, dopo due arresti per furto di libri antichi, oggi è interdetto da tutte le biblioteche del Regno Unito. Mi sono stupita a scoprire che il titolo iniziale di Lolita di Nabokov era The Kingdom by the Sea che effettivamente non avrebbe sortito lo stesso effetto e che quasi tutti i libri italiani sono in Simoncini Garamond. Non posso rivelare di più, ma posso dire che è stato un intrigante viaggio nel mondo del testo cartaceo, sempre dinamico e avventuroso.
Un libro sui libri, per appassionati lettori e non solo. Da prendere subito, e finire prima che esca il secondo numero.
Con testi di Concita De Gregorio, Giacomo Papi, Francesco Piccolo, Michele Serra, Luca Sofri e Chiara Valerio.