Un’adorabile bambina alla ricerca del regalo perfetto per la mamma si avventura nella città, visita le botteghe e incontra i suoi abitanti, si perde fra le strade e i palazzi, impara a conoscere e a relazionarsi con le persone più disparate.
Siamo in una città francese, che a noi sembra una città ideale, in cui ognuno ha un suo mestiere e un suo ruolo. La protagonista ha 5 anni e mezzo, si chiama Edith e si considera un disastro. A pochi giorni dal compleanno della madre, Edith sente la sorella dire ‘Compleanno-mamma-ciccia-pelliccia!’ e subito decide di correre a scoprire cosa sia questo oggetto dal nome misterioso da portare alla sua mamma.
Non sapendo da dove partire, Edith fa il giro delle botteghe del quartiere, chiedendo aiuto ai vari amici e personaggi della sua quotidianità. Incontriamo Monsieur Jean il panettiere, Wendy la fioraia, Mimì del negozio di moda e Emmett l’antiquario. Nessuno riesce ad aiutarla a scoprire cosa sia Cicciapelliccia, ma ognuno le offre qualcosa per la madre. Non volendosi arrendere, Edith prova perfino a chiedere a Theo, il macellaio scorbutico, che la caccia via con modi così bruschi da farla correre veloce. Durante questa fuga, inizia a piovere e Edith si ripara sotto il tetto di una casa. Solo allora vede Cicciapelliccia, un batuffolo peloso di uno sgargiante colore fucsia che può essere mille cose, ma che soprattutto … è il regalo più bello del mondo!
Dopo queste e altre vicissitudini, Edith consegna finalmente il regalo alla madre, che è così entusiasta e sorpresa da non riuscire a credere di avere un Cicciapelliccia e chiede alla figlia se lo abbia trovato lei. La risposta finale di Edith è tenera e spontanea: “Certo, mamma. Io e i miei meravigliosi amici”.
Una trama semplice e lineare, che offre infinite possibilità di sosta, divagazione e narrazione. Ogni disegno è una e infinite storie e non è un caso che uno studioso come Riccardo Falcinelli, nel suo libro Figure (Einaudi, 2020), definisca Beatrice Alemagna una delle più talentuose disegnatrici contemporanee e, con specifico riferimento al disegno a doppia pagina che raffigura la città, scrive:
‘Qui, per esempio, ci chiede di bighellonare tra le viuzze, fermarci a guardare le vetrine, osservare i passanti, risalendo la strada della piccola città: i bambini traggono un enorme piacere da illustrazioni di questo tipo piene di dettagli, godono dell’attività di decifrare ogni singolo particolare né più né meno di un monaco cinese che si avventura per i sentieri montani.’
Il discorso di Falcinelli si approfondisce parlando del meccanismo percettivo delle immagini e affianca l’illustrazione della Alemagna ai dipinti del cinese Yuan Jiang, concludendo così:
‘ Ogni volta che un occidentale è entrato in un’immagine ha fatto di tutto per tornare indietro. Una leggenda cinese, al contrario, racconta di un pittore che volle entrare in un suo quadro e una volta dentro prese un sentiero, girò dietro una montagna e scomparve di sua volontà, senza fare mai più ritorno.’
Cicciapelliccia racconta di una bambina e di una città in cui il contributo di ognuno porta a un risultato positivo, di un mondo dove anche ciò che può inizialmente sembrare non necessario risulta utile allo scopo… che poi non è mai definitivo, ma sempre di crescita, personale e collettiva. La città di Cicciapelliccia è una città vera, dove le persone sono buone e gentili, ma anche antipatiche e scorbutiche! Una città viva, abitata, piena di umanità. Ciò che noi vorremmo continuasse a essere anche Venezia.
sullaluna
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