Camilla Pintonato arriva sullaluna con 8 stampe delle sue bellissime galline, tratte dal libro Il Gallinario (Quinto Quarto, 2021), stupenda enciclopedia illustrata dedicata al mondo avicolo. Questo libro ha conquistato lettori di tutte le età per l’alta qualità delle immagini e per le incredibili avventure di questi pennuti, dimostrandone l’intelligenza con grande ironia.
Siamo grati a Camilla per essere stata con noi in un afoso pomeriggio di giugno e per aver risposto alle nostre domande. Riportiamo la nostra breve conversazione.
1) Prima di parlare del tuo lavoro, raccontaci di te: dove sei cresciuta, cosa ti piace, hai dei desideri nascosti?
Sono cresciuta a Mestre ma appena ho potuto mi sono trasferita nella grande città: Milano. A Milano ho resistito 3 anni e poi sono fuggita nella bucolica Urbino dove ho concluso i miei studi. Poi sono passata a Bologna e lì ho capito definitivamente che in realtà volevo tornare a Venezia. Alle volte penso alla mia vita fin qui sia stata come un gioco dell’oca. Quello che mi piace ora è che è finalmente ho trovato il mio ritmo, cioè posso impostare le mie giornate come desidero e alle volte, se proprio non ho nulla da fare, posso andare al mare, che è qui vicino.
Il mio desiderio nascosto… non sarebbe più nascosto se ve lo rivelassi quindi non posso proprio farlo. Mi spiace.
2) Quando hai iniziato a fare illustrazioni?
Ho iniziato al triennio in disegno industriale allo IUAV. In realtà mi ero iscritta a design perché volevo fare l’arredatrice d’interni; è stato un professore, Gianluigi Pescolderung, che mi ha fatto scoprire il mondo dell’illustrazione. Ricordo che in quel periodo sono tornata dopo 15 anni (c’ero andata solo da bambina) a “Le immagini della fantasia”, una mostra che si tiene ogni anno a Sarmede, in provincia di Treviso, dove ho scoperto le illustrazioni di Beatrice Alemagna. Sono uscita da quella mostra due ore dopo pensando che quello sarebbe stato il mio lavoro.
3) Come mai le galline?
Da bambina passavo l’estate in campagna dai miei nonni, che avevano un pollaio molto grande. Mio nonno mi mandava sempre a cercare le uova ‘difficili’, quelle che le galline nascondevano lungo i fossati o nei posti più impensati. Poi il sabato andavamo al mercato degli animali e tornavamo sempre con qualche gallina nuova; io mi ci affezionavo e le chiamavo per nome, come Ciuffolotto, una padovana, o Nerona, una australorp tutta nera. Le galline sono animali intelligenti, mi seguivano e non temevano neanche la compagnia della mia gatta (si chiamava Nerona anche lei, che fantasia!).
4) Grafica e illustrazione. Che rapporto hai con entrambe?
Vedo la grafica come un mezzo per fare i miei libri illustrati nel miglior modo possibile. Non l’ho mai vista come una disciplina fine a se stessa, forse perché mi sono sempre ritenuta abbastanza scarsa rispetto a tanti miei ex compagni e ora colleghi che in confronto a me sono bravissimi.
Per me è uno strumento indispensabile per creare progetti complessi come Il Gallinario o Il Porcellario (appena uscito sempre da Quintoquarto) e penso che se non avessi fatto molti anni di grafica non riuscirei neanche a concepire un progetto libro nella sua totalità, quindi sono molto contenta di essere anche una grafica, oltre che un’illustratrice.
5) Vuoi condividere con noi qualcosa sul tuo metodo, per esempio le maggiori differenze tra quando lavori ‘da sola’ o con altri autori?
Il mio metodo dipende molto dal singolo progetto. Nel caso de Il Gallinario la creazione di questo libro ha avuto un flusso molto particolare, perché l’idea è partita da me ma poi è diventato un progetto di moltissime persone, in primis Barbara e Francesco del blog Tuttosullegalline che hanno scritto i testi, ma poi anche delle nostre bravissime agenti, Debbie Bibo e Ilaria Demonti e infine di tutti i nostri altrettanto bravi editori.
Alle volte fare un libro è semplice, soprattutto quando c’è già uno scrittore e un testo ben definito, altre volte un libro è solo un’idea che deve maturare con il tempo. Questi ultimi sono i progetti che preferisco, anche se sono i più faticosi, perché posso vederli crescere e sentirli miei (con tutti i limiti che ne derivano) nella loro totalità. Un libro “tuo” è sempre come una montagna da scalare, ma quando arrivi in cima (se ce la fai) che soddisfazione!
6) Hai scelto di venire ad abitare a Venezia. Come ti trovi?
Sono una persona molto ansiosa, perciò ho bisogno di molta lentezza e tranquillità intorno a me. Venezia in questo senso offre a chi sa ascoltare un bellissimo silenzio, soprattutto alla sera, e i rumori della laguna – le onde, i gabbiani, il vento e le barche – creano un fantastico rumore bianco. Questa è una città a misura d’uomo, naturalmente lenta, e mi trovo molto bene: abito qui da quasi 2 anni in un appartamentino con Rosmarino, il mio gatto siberiano. Forse l’unica cosa che mi manca è un orto e il contatto diretto con la terra. Comunque, vivere a Venezia per me è una scelta e mi piacerebbe restarci e magari, un giorno, trovare una casa con un bel giardino.
Ancora grazie a Camilla Pintonato per la chiacchierata!
Le stampe possono essere prenotate e ritirate in libreria (30 euro – 35 euro)
E’ possibile riordinare le stampe esaurite.
Per info e prenotazioni scrivere su whattapp indicando il numero della gallina desiderata (+39)-3332483367